martedì 27 aprile 2010

WJR

Venerdì intervista ai WJR, una delle promesse delle band delle scuole udinesi!
E poi si parla di Pagella Rock!
Non Mancate!

venerdì 23 aprile 2010

A Dog To A Rabbit

Vengono da Firenze, sono fortissimi, e suonano di brutto.
Sto parlando degli A Dog To A Rabbit, band fiorentina che interverrà oggi tramite un intervista telefonica a School's Out!
Non mancate!

giovedì 15 aprile 2010

Heroes die too domani intervistati!

Ciao ragazzi!
Continuiamo con le nostre interviste e, dopo il Teatro degli Orrori, passiamo a una band locale che avevamo già ospitato un po' di tempo fa!
Sto parlando degli Heroes Die Too, gruppo che nella sua formazione vede militare componenti di quelle che, qualche anno fa, erano le più famose "band delle scuole" della zona.
Sintonizzatevi tutti alle 16.00 sui 90.00 mhz o in streaming, mi raccomando!

domenica 11 aprile 2010

Recensione Wild Jack River

I Wild Jack River sono in 4,giovani, liceali, in formazione classica: due chitarre,basso e batteria. Il loro primo demo 2010 è uscito poco tempo fa, in concomitanza col loro debutto live. Parlare di demo in questo caso è un po' riduttivo, dato che questi 5 pezzi sono racchiusi in un packaging serio, con una copertina che mi ha ricordato i 13th Floor Elevator. Diciamo pure che è un promo.
Passando alla musica in senso stretto, il disco si snoda in cinque pezzi che andiamo ora ad analizzare.
Il primo si chiama Never Ending Time, dura la bellezza di 5 minuti pieni. Già dall'apripista si danno le coordinate del progetto dei WJR: inseme alla batteria parte una chitarra distorta con un riff che richiama fortemente i Porcupine Tree (vedi Blackest Eyes da In Absentia) sia nel suo svolgimento che nel suo suono, una distorsione che si fa sentire senza sporcare troppo. Certo è che le chitarre occupano quasi tutto lo “spazio sonoro”,mettiamola così, lasciando poco spazio alla parte ritmica, che forse dovrebbe avere più luce. La voce incomincia ad un minuto dall' intro, e il ritornello arriva proprio dove dovrebbe esserci. Ragazzi giovani abbiamo detto e questo si sente sopratutto nell'elemento canoro che pur non essendo timido risente ancora di una mancata maturazione. LA voce rimanda ancora ai Porcupine Tree sia per l'intonazione che per l'effettistica ( il delay sul ritornello per esempio). L'assolo arriva all'ultimo minuto della canzone e ci rimanda invece ad uno contesto musicale diverso rispetto ai riff macinati dalle chitarre di Leonardo e Federico( che sono anche i due cantanti). Il basso fa il suo lavoro senza deviare in virtuosismi inutili, anche se potrebbe osare un pochino di più(ed essere messo più in evidenza). Il batterista Giacomo tiene il tiro rock della canzone,anche lui senza cadere in passaggi azzardati o personalismi fastidiosi,peccando forse di lasciarsi trascinare troppo dalle chitarre, che sono il fulcro di tutti i pezzi dei Wild Jack River.
The Cat o' Nine Tails si apre con un altro riffone(ho scritto proprio riffone) di chitarra con la stessa distorsione aggressiva ma non troppo della precedente traccia. Il basso di tommaso segue la chitarra principale in questo giro bello cattivo . Anche qui un intro abbastanza lungo, di circa un minuto, prima di arrivare ad uno pseudobreakdown che ferma la veloce cavalcata della chitarra ed apre ad uno bridge interessante. I tamburi fanno il loro lavorando sul timpano e il tom mentre le chitarre si lasciano ad un intermezzo lievemente noise con un forte utilizzo del wha-wha. Il cambio dopo questo intermezzo è forse il punto debole della canzone, dato che da uno stacco un po' sfumato si passa ad un arpeggio cadenzato della prima chitarra, mentre l'altra carica verso il breakdown. Il basso non emerge in modo netto, chiuso dalle due chitarre. Dopo questo secondo bridge in acustico si riprende con il (pseudo)breakdown che sfocia in un altro “verso”(leggi riff cattivo) che va a concludere la canzone, forse la più zoppicante del promo-demo per la sua frammentarietà.
Sulla scia della chitarra si apre l'Asterope Interlude, in cui la vena più sperimentale dei Wild Jack River si fa sentire, e anche bene. Forse in questo minuto sta il pezzo che mi ha più convinto, in cui il basso (che finalmente si fa sentire) e la chitarra in wah si combinano mentre la seconda chitarra si lascia andare al rumore, molto interessante. La fine dell'Interlude porta all'inizio del quarto pezzo, What If? Il basso arriva in primo piano, con un giro che emerge perfettamente dalla fine del pezzo precedente. Gli armonici danno un tocco di Tool all'incedere del basso, che forse è lo strumento che difetta maggiormente di cura nella registrazione di questo demo-promo per la sua poca incisività. La voce di Federico arriva a quasi due minuti dall'inizio di What If? Accompagnata da delle chitarre in pulito che riportano in primo piano il fantasma dei Porcupine Tree,evocato dalle prime due canzoni. La batteria tiene il tempo e poco più, peccato potrebbe osare maggiormente.
Il pezzo in se è poco incisivo per la ripetitività della struttura e per una certa faciloneria dei riff. Da migliorare anche i pezzi della chitarra solista,buoni nell'intenzione ma che secondo me avrebbero lavorato in modo migliore con un po' più di sporcizia e rumore.
Arriviamo quindi all'ultima parte del demo dei Wild Jack River, Waves. Il giro di chitarra acustica apre molto bene alla voce di Federico che forse in questo pezzo da il meglio di sé in espressività. Usando comunque combinamenti tipici, i WJR riescono a non cadere nei clichè tipici di una ballata quale questa è. La malinconia facile e l'empatia a buon mercato(diciamola tutta: da ragazzine) non viene usata/sfruttata dai ragazzi e questo è un loro punto a favore. La struttura è tipica (strofa rit strofa rit,strofa bridge,assolo finale ) ma ci sta nel complesso. E' un buon pezzo che non porta niente di nuovo, ma pur sempre un buon pezzo.
Le liriche del gruppo sono caratterizzate da una forte introspezione e una spiccata tendenza alla metafora; come sempre il rischio che l'introspezione ostentata e la metafisicità dei testi riveli un vuoto pneumatico è dietro l'angolo. I testi sono obliqui, non fanno riferimento ad un particolare immaginario ma prendono il la da sensazioni di instabilità e disagio universali (Like a spark, echoing in the sky /Your words are just illusion /For a man who keeps his breath /And emotions he’s never essayed). Diciamo che anche qui c'è da crescere e consolidarsi.
Il giudizio complessivo è penalizzato dall'ingombrante presenza delle influenze dei componenti.Tanti,troppi Porcupine Tree: nelle voci,nel suono delle chitarre e nei riff. Ma evidenziamo bene il contesto: sono 4 ragazzi di meno di 18 anni, il tempo per crescere e staccarsi dagli ascolti c'è e speriamo che avvenga, ma essendo il loro lavoro al di sopra della media dei demo dei ragazzi della loro età non si è voluto “coccolari” da chi scrive con i soliti bravi abbracci sole cuore amore etc.Il punto debole classico dei gruppi giovani,emergenti, come volete chiamarli, è la voce,che qui rivela una non totale sicurezza che ha invece in sede live, come capita sempre. I ragazzi sanno suonare, che non è così scontato guardando il panorama musicale locale.Notevoli anche alcuni spunti, specialmente nell'Interlude. La sensazione che si ha ascoltando il cd(che ha una gran bella confezione ed una cura che indica quanto i ragazzi prendano sul serio il loro lavoro) è che ci sia ancora da lavorare,ma delle basi siano già state poste.
Voto: 8/10
Wild Jack River, 5 marzo 2010, Autoproduzione.
Tracklist
01. Never Ending Time
02. The Cat o' Nine Tails
03. Asterope Interlude
04. What If?
05.Waves

lunedì 5 aprile 2010

Passano i mesi...

... e si lasciano indietro tante cose!
Purtroppo sia io che il mio collega Viet, presi da mille impegni, abbiamo trascurato questo povero blog a cui eravamo tanto affezionati. Ora che arriva la primavera, ci è tornata la voglia di scrivere.

Comincio io, annunciando che il prossimo venerdì andrà in onda un'intervista al Teatro degli Orrori, che ho realizzato in occasione del loro concerto al Deposito Giordani il 27 marzo scorso.

Che dire... non mancate!!!